Un capolavoro architettonico ed ingegneristico:
le Réfrigerant Hyperbolique.
Cosa è un oggetto completamente vuoto al suo interno, costruito nel 1938, alto oltre 53 metri e con un diametro alla base di 28? A guardarlo, fa pensare ad un edificio, ma esso è al contrario un ingegnoso dispositivo fuori scala. “Refrigerante iperbolico”, due parole poste a titolo dei disegni costruttivi, ci aiutano a capirne forma e funzione, elementi tra loro in questo caso fortemente legati.
“Refrigerante” permette di descriverne la funzione: la torre era utilizzata per ridurre la temperatura del liquido di raffreddamento dei macchinari di produzione. Infatti l’acqua calda, spruzzata nella parte inferiore della torre, evaporava parzialmente a contatto con l’aria più fredda proveniente dalla zona pilastrata, producendo la caratteristica nube di vapore acqueo in sommità.
“Iperbolico” rimanda invece alla forma. La torre è, da un punto di vista geometrico, un iperboloide iperbolico, cioè una superficie ad una falda e a pianta circolare. Pur condividendo con cilindro e cono sezioni orizzontali circolari, questa superficie, che ad alcuni apparirà certo bizzarra, può essere ottenuta dalla rotazione di un’iperbole attorno ad un’asse verticale, oppure dalla rotazione di una retta qualsiasi nello spazio - detta generatrice - attorno allo stesso asse.
L’uso di una generatrice iperbolica della forma è un’idea prettamente novecentesca: l’ingegnere russo Vladimir Shukhov (1853-1939), incuriosito delle proprietà meccaniche dell’iperboloide, la usò per costruire una torre radio in acciaio per un’altezza di 310 metri. All’ingegnere meccanico Frederik van Iterson (1877-1957) spetta invece l’applicazione della medesima forma al calcestruzzo armato, al fine di raffreddare i liquidi industriali. L’idea, da lui stesso prontamente brevettata nel 1917, è davvero brillante: l’uso di quella forma prevede notevoli vantaggi per la sua funzione. Le applicazioni si espanderanno poi in area inglese, tedesca e francese. La “nostra” torre è di derivazione francese, come si legge in una nota delle tavole progettuali ricavate dalla “pratica n° 17600 – Parigi” per Refrigerants hyperboloques.
Ci troviamo quindi, all’interno di un’opera straordinaria per ingegno e realizzazione. In primo luogo per i risvolti strutturali: la torre di Marghera, alta 54,22 metri, presenta uno spessore variabile tra i 10 e i 35 centimetri, con ottime prestazioni meccaniche tali da renderla paragonabile, in riferimento allo spessore, al guscio di un uovo. Ciò significa ridurre significativamente l’utilizzo di calcestruzzo, rendendo l’opera economicamente sostenibile. La torre presenta poi un restringimento che la porta ad un diametro di 16 metri, detto sezione di gola, posto a 31 metri di altezza, il quale consente di migliorare il funzionamento “a camino” ossia aumentando la velocità dell’aria all’interno della torre e garantendo una migliore prestazione rispetto a torri cilindriche di pari dimensioni. L’analisi del progetto costruttivo e dello stato attuale mette in evidenza infine un’incredibile precisione di realizzazione per una forma strutturale così anomala, con uno scarto massimo di 5 centimetri, a testimonianza delle notevoli capacità realizzative dell’industria italiana delle costruzioni dell’epoca.
Simbolo di capacità
Costruttive
La sua realizzazione complessa a forma di iperboloide rappresenta un capolavoro costruttivo. Costruita senza strumenti moderni, differisce dalla perfezione dell’equazione matematica di soli 3 cm a 40 metri di altezza. Grazie all'unicità strutturale del suo iperboloide in cemento armato, è considerata un'icona dell'archeologia industriale veneziana.
Ingegneristiche
L'architettura industriale della torre preserva e tramanda l'alto valore testimoniale delle capacità ingegneristiche dell'epoca, rappresentando la storia e lo skyline del “Molo A” sin dalla sua costruzione. Dei 5 manufatti similari costruiti all'epoca, l’iperboloide in questione rimane l'unico esempio rimasto. Oggetto di rilievo e studi nelle molteplici componenti strutturali-funzionali-formali dalla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Padova è assunta a modello scientifico per un’auspicabile catalogazione dell’intero patrimonio di archeologia industriale veneziana.
Innovative, brevettali e linguistiche
La quantità e la qualità dei brevetti realizzati in diverse lingue e in diversi Paesi che hanno portato Marghera ad essere conosciuta nel mondo lasciano trasparire le capacità dell’epoca in termini di innovazione e conoscenze linguistiche che costituiscono un esempio ed uno stimolo per le nuove generazioni.
Estetiche
Oltre alla funzionalità della struttura, l’ex Torre di Raffreddamento, costituisce un iperboloide con un design architettonico perfettamente simmetrico sia nelle sezioni orizzontali che intorno al suo asse verticale, elegante e leggero, delicatamente poggiante sulle punte in un grande bacino di acqua che la circonda.
Sostenibili
L’ex Torre di Raffreddamento, struttura in calcestruzzo armato gettato in opera costruita nel 1938, rappresenta un esempio di modello architettonico realizzato attuando una logica di sostenibilità e durevolezza nel tempo.
Environment- friendly
Fin dalla sua nascita ha consentito il funzionamento di grandi impianti industriali raffreddando semplicemente acqua e recuperandola in un circuito chiuso nel massimo rispetto dell’ambiente.
Un “condensatore di capacità” a disposizione di imprese, professionisti, professori etc. per puntare, attraverso le nuove generazioni, a raggiungere i livelli di quando Venezia Marghera era riconosciuta dal mondo solo per la qualità dei propri prodotti e per Venezia Marghera il mondo era il “mercato” di riferimento.